Storie di Pow(H)er Generation con GenGle

Nome e Cognome | Giuditta Pasotto

Ruolo | Founder e CEO

Nome startup | 1+X srl

Settore |  Servizi, piattaforma tecnologica

Anno di lancio | 2019

Per la rubrica Storie di Pow(H)er Generation,
oggi intervistiamo la founder di GenGle

 

Di cosa si occupa e qual è il punto di forza della tua startup?

1+X è una piattaforma multiservizi dedicata ai genitori single: è una community inclusiva, unmarketplace, un social network supportato da una rete di professionisti. Grazie alla nostra app i genitori single trovano nuovi amici, eventi (li creano gli utenti stessi nella loro città!), e compagni di viaggio con il nostro servizio di matching per le vacanze; e hanno, inoltre, la possibilità di ricevere consulenze professionali, sconti, informazioni, e corsi.Il nostro punto di forza è la nostra community: abbiamo preso una fetta di mercato molto spesso trascurata e non ben rappresentata, e le abbiamo dato voce oltre che una piattaforma dove poter creare rapporti di amicizia e supporto con altre persone che hanno interessi ed esperienze simili alle loro. È proprio questo rapporto basato su empatia e comprensione e per il fatto che coinvolgiamo anche i figli dei genitori single, che rende la nostra community così legata al nostro brand e ci dona un valore aggiunto – infatti la maggior parte degli eventi sono pensati e creati appositamente proprio per i figli!

Come è nata l’idea?

1+X è la startup innovativa nata quest’anno come evoluzione di GenGle, GenGle invece all’inizio è nata come Onlus…È stato un viaggio un po’ tortuoso, ma partiamo dall’inizio. GenGle è nata nel 2014, e l’idea mi è arrivata un po’ come un’illuminazione: dopo la mia separazione mi trovavo in un parco acquatico con i miei due figli ed ero onestamente un po’ nel panico, il mio figlio più grande voleva andare sugli scivoli, ma avevo anche quello più piccolo a cui pensare; a quel punto ho notato una mamma nella mia stessa situazione e le ho chiesto aiuto. Al tempo mi occupavo di social media strategy e dopo una breve analisi del mercato mi sono accorta che per i genitori separati non c’era nulla e che quindi c’era un potenziale enorme per creare qualcosa di innovativo e socialmente utile.Volevo creare un posto dove i genitori single si potessero aiutare a vicenda, condividere gioie e preoccupazioni, trovarsi per socializzare e far giocare insieme i propri figli… proprio quello che serviva anche a me. Oggi GenGle è presente in tutta Italia, ma all’inizio l’Italia l’holetteralmente girata tutta, una vera e propria tournée per far conoscere la mia idea. È anche grazie a questi viaggi che c’è una forte atmosfera di familiarità in GenGle – all’inizio li conoscevo tutti personalmente!

 

Diventando imprenditrice hai sentito la necessità di apportare migliorie e innovazione anche al mercato stesso del lavoro, promuovendo, ad esempio, piani di welfare aziendale? Se sì, quali?
Come imprenditrice mi faccio molto spesso portavoce di problematiche sociali, soprattutto nel mondo del lavoro: la mia esperienza da donna e mamma separata mi ha permesso di notare molte mancanze e disuguaglianze presenti nella maggior parte delle aziende. È per questo che colgo ogni occasione per dar voce alle difficoltà delle donne e dei genitori single nel mondo del lavoro e per compiere delle azioni concrete per eliminarle – o almeno ridurle. In GenGle abbiamo creato un piano di Welfare familiare che proponiamo alle aziende per i loro dipendenti; abbiamo più di 6 anni di esperienza in questo campo e la usiamo per aiutare tutti quei lavoratori che stanno attraversando un periodo di transizione, che non è generalmente preso in considerazione nei generici piani welfare delle aziende.Ci appoggiamo alla nostra rete di professionisti selezionati e forniamo supporto alla singola persona, all’intera famiglia e ai figli attraverso una serie di servizi convalidati e studiati ad hoc come la Linea Di Ascolto, i corsi di genitorialità e bigenitorialità, consulenza legale e psicologica, e supporto ai genitori di alunni BES e DSA.

 

Potresti essere la role model di riferimento di donne e ragazze che lavorano con te. Come ti poni nei loro confronti? Quali sono le tue strategie per aiutarle nella crescita professionale?

Il team di GenGle è composto quasi interamente da donne – abbiamo un solo uomo! – e per me è molto importante aiutarle a crescere non solo professionalmente, ma anche personalmente.Tante ragazze con cui mi rapporto svalutano il loro potenziale e le loro capacità, quindi una delle cose più importanti per me è motivarle a coltivare tale potenziale, offrendo consigli ma anche spazio per sperimentare ed imparare autonomamente. Sono sempre disponibile a raccontare la mia storia ed esperienza come imprenditrice, credo che confrontandosi ed ascoltando altre storie e punti di vista si possa imparare molto.Più di ogni altra cosa cerco di essere un modello di riferimento per le mamme lavoratrici: ho 41 anni, tre figli, e sono appena entrata al terzo anno di università; ho iniziato a lavorare molto presto e ho avuto il mio primo figlio a 25 anni, all’epoca l’università era un lusso che non potevo permettermi.Ora studio, lavoro e faccio la mamma, il tutto con grandi sacrifici e molta organizzazione; penso che però i sogni non vadano tenuti nel cassetto e il fatto di raccontare i sacrifici e le gioie del mio percorso stia aiutando tante donne a riprendere le redini della loro vita lavorativa e scolastica

 

Quale è stato il momento di soddisfazione più grande che hai vissuto nel contesto della tua avventura imprenditoriale?

Come un po’ tutto ciò che riguarda GenGle, il momento di più grande soddisfazione che ho vissuto ha più a che fare con il lato umano del mio progetto che con quello di business.Durante gli anni molti genitori single hanno trovato amici… e nuovi amori. Sono nate molte coppie all’interno della community – dopotutto la socializzazione è alla base del nostro concept! – e uno dei momenti che mi ha portato più gioia e che sarà sempre impresso nella mia memoria è quando sono stata invitata al primo matrimonio tra due GenGle. Saper di aver contribuito alla riscoperta della speranza, fiducia ed amore dopo un periodo emotivo e difficile come quello della separazione, mi riempie sempre di orgoglio per il progetto che ho creato.

 

Cosa significa per te essere madre e imprenditrice? 

In tre parole? Organizzazione, pianificazione, compromessi. La prima cosa su cui ho dovuto lavorare sono stati i sensi di colpa: levare tempo ai figli per realizzare un sogno può sembrare molto egoistico. Alcune mie amiche mi dicevano: “Hai fatto tre figli e ora vuoi pure fare l’imprenditrice?”. In realtà fare l’imprenditrice mi ha permesso di gestirmi il tempo autonomamente: l’aspetto positivo è che non ho mai perso una recita o una partita importante, ma al tempo stesso per conciliare tutto ho un orario di lavoro che inizia alle 23 e finisce intorno alle 1.30-2 di notte – è così che riesco a essere sempre in pari con tutto. Per me non è un sacrificio, il mio lavoro mi piace talmente tanto che è più come una passione. In più, ho cercato di sfruttare il mio ruolo e il mio lavoro per dare esempi pratici ai miei figli: per esempio, quando ho fatto la tournée inItalia per promuovere GenGle i miei figli sono venuti con me, abbiamo girato più di 20 città e in ognuna trovavano bambini sconosciuti con cui giocare e divertirsi. Ecco, questo per me è stato il massimo della fusione lavoro e famiglia. O ancora il fatto che i vedano parlare in pubblico, davanti a tante persone e sappiano perfettamente quanta paura ho prima di salire sul palco, e come svanisce non appena inizio a parlare. Sono tutti insegnamenti pratici che sono molto fiera di passare loro.

 

Pensi che il tuo business abbia rilanciato o possa rilanciare il tuo territorio?

Qui peccherò un po’ di presunzione, perché non solo penso che il mio business abbia rilanciato il territorio, ma ne sono sicura! Infatti, oltre al nostro servizio di Welfare, GenGle porta avanti molte iniziative pubbliche e ricerche scientifiche, fornisce raccomandazioni ai decisori pubblici, dialoga con i suoi stakeholder sviluppando corsi di azione con l’obiettivo di superare le situazioni di vulnerabilità ed esclusione sociale, e promuove le pari opportunità di tutti i componenti del sistema famiglia. In più, quest’anno abbiamo mandato in vacanza i GenGle in zone che hanno sofferto molto per la mancanza di turismo, concentrandoci ad esempio su Umbria, Marche, Molise eAbruzzo; e conciliando posti belli e un pochino fuori dal comune e buona compagnia. Infatti il fulcro di GenGle è la compagnia: con un buon gruppo è possibile andare ovunque, non ci sarà mai modo di annoiarsi. Ciò non vale solo per le vacanze, ogni anno vengono proposti circa 12.000 eventi dagli utenti nella nostra piattaforma: trekking, pic nic, cene, visite ai musei… tutte attività condivise in gruppi di 10/15 persone ma anche grupponi di 50 di persone. La nostra è una categoria di persone che senza le vacanze ed eventi GenGle, molto probabilmente, passerebbe molto più tempo a casa da soli con i propri figli.

 

Come sei cambiata come professionista in questi anni da imprenditrice?

Ogni anno guardo alla me stessa dell’anno prima con tanta tenerezza, la mia frase tipo è: “Se lo avessi saputo prima”! Ci tengo a raccontare un piccolo aneddoto: quando ho iniziato a lavorare con GenGle mi sono appoggiata a professionisti uomini, pagavo delle persone che mi guidassero nella creazione del mio prodotto. Cercavo conferme all’esterno, e spesso quello che mi diceva non era in linea con quello che io sentivo essere giusto, ma mi giustificavo dicendo che ‘loro’ ne sapevano più di me e che dovevo solo imparare. Il salto più grande e più soddisfacente che ho fatto come imprenditrice è stata la presa di coscienza che ho tutte le competenze, le risorse e le conoscenze per farcela con le mie gambe. Studio continuamente, mi aggiorno e cresco ogni giorno. Mi sono circondata di persone e collaboratori capaci che apportano qualità e ingegno al progetto, e ho deciso di prendere in mano le redini, consapevolmente. È difficile descrivere come sono cambiata in questi anni…Direi che è come se stessi salendo una scala e mi fermassi per un attimo su ogni gradino con entrambi i piedi invece di salire velocemente con un piede dietro l’altro. È una crescita costante e interminabile che mi stimola veramente ad andare sempre avanti e migliorarsi costantemente, come persona e come businesswoman.

 

 

Grazie a Giuditta per aver condiviso la sua storia di empowerment,
con l’augurio che possa essere d’ispirazione per le Founder di domani! 

 

 

Per maggiori informazioni sull’iniziativa  Pow(H)er Generation ti invitiamo a scoprire di più sul sito ufficiale di Cariplo Factory.