Life Cycle Assessment in pratica: la testimonianza di Lebiu

“Uno degli effetti collaterali positivi del Life Cycle Assessment è lo sviluppo – all’interno delle aziende che ne fanno uso – di una solida cultura di analisi dei dati”: è questa l’opinione di Fabio Molinas, industrial designer, e Alessandro Sestini, informatico, rispettivamente co-founder e CEO di Lebiu, startup che, grazie al sostegno ottenuto dal programma di accelerazione di Terra Next della Rete Nazionale CDP, hanno affidato un’analisi LCA agli esperti di Cariplo Factory.

 

Lebiu è specializzata nella produzione di un’ampia gamma di materiali eco-sostenibili per il settore fashion e lusso, resistenti alla pressione e alle alte temperature, ricavati dagli scarti della produzione di tappi di sughero provenienti dalla Sardegna. La startup, selezionata per il secondo batch del programma Terra Next dedicato alla bioeconomia, intende in questo modo promuovere lo sviluppo dell’economia reale tramite la sostenibilità ambientale.

 

Fabio, Alessandro, quali sono stati i vantaggi ottenuti da Lebiu grazie all’analisi Life Cycle Assessment?

 

Il Life Cycle Assessment rappresenta tuttora un documento fondamentale, perché la nostra azienda non si limita a produrre oggetti “sostenibili” ma cerca di introdurre innovazioni sostenibili di processo in un mercato, come quello della moda, ancora molto tradizionalista. Uno strumento come l’LCA ci permette, tra le altre cose, di valorizzare la dimensione locale della nostra azienda, le cui filiera produttive sono fortemente radicate in Sardegna.

 

 

Quali sono stati i risultati più significativi emersi dall’analisi?

 

Al primo posto vi è la sicurezza di avere una filiera controllata e di sapere dove intervenire per migliorare i risultati ottenuti, ad esempio per ridurre ulteriormente le emissioni legate alla base di tessuto, la quale viene applicata insieme al materiale composto da sughero per comporre i prodotti Lebiu. Questo è un elemento che rassicura i grandi brand: poter avere una chiara visione d’insieme dell’intero processo produttivo e un calcolo scientifico delle emissioni incentiva le aziende ad avviare una collaborazione in tempi relativamente rapidi con una realtà come la nostra, da poco arrivata sul mercato.

 

Quali miglioramenti avete già apportato grazie ai risultati della LCA?

 

In questo momento siamo prevalentemente focalizzati sul costruire basi solide per la nostra azienda, e i risultati dell’LCA sono in linea con la nostra roadmap di sviluppo. In prospettiva, consapevoli di operare in un settore come quello del tessuto dove persistono emissioni molto elevate a monte del nostro processo produttivo, vorremmo implementare degli impianti di produzione proprietari, alimentati da energia rinnovabile. Se è vero che in questo momento un’ulteriore riduzione delle emissioni esula dalle nostre possibilità di azione, abbiamo un’idea molto chiara su come potremmo arrivare a questo obiettivo.

 

Qual è il ruolo dell’LCA nel processo di innovazione di una startup come Lebiu?

 

Se ben fatto, il Life Cycle Assessment è uno strumento che attesta la trasparenza di un prodotto e consente di integrare la cultura dell’analisi dei dati all’interno di ogni azienda che ne fa uso. Ancor prima che essere uno strumento, l’LCA è un insieme di linee guida su come migliorare in futuro dal punto di vista della sostenibilità.

 

Quali sono, ad oggi, i maggiori limiti di questa metodologia di analisi?

 

Per quanto riguarda il nostro settore sarà importante, da qui ai prossimi anni, un aggiornamento dei materiali censiti e dei dati disponibili a database, fondamentali per garantire la possibilità di svolgere misurazioni di impatto ambientale anche da parte di realtà di piccole dimensioni che lavorano con materiali innovativi. In secondo luogo, ma non meno importante, il fatto che le startup come la nostra spesso risultano avere emissioni maggiori perché sono in una fase di miglioramento dei processi produttivi, mentre quelli tradizionali, attivi da centinaia di anni, sono paradossalmente considerati più efficienti dal punto di vista delle emissioni. In questo senso, in prospettiva, l’LCA dovrebbe diventare uno strumento in grado non solo di fotografare l’esistente, ma anche i miglioramenti attesi nel prossimo futuro.