Passaporto Digitale di Prodotto: i progetti in corso in Italia e in Europa

A macchia di leopardo, con tempi e modalità diverse in base al contesto, un numero crescente di Paesi e di aziende ha avviato iniziative e progetti per sviluppare uno strumento chiave nell’atteso passaggio dall’economia lineare a quella circolare: il Passaporto Digitale di Prodotto, o DPP, progettato per garantire la sostenibilità e tracciabilità dei prodotti nell’Unione Europea offrendo a consumatori e imprese informazioni rapide, chiare, esaustive.

 

Il Passaporto Digitale di Prodotto e la ESPR dell’Unione Europea: obiettivi e iniziative della nuova Proposta comunitaria

 

A livello istituzionale, le ultime iniziative dell’UE nel lungo percorso che deve portare all’adozione del Passaporto Digitale di Prodotto risalgono al 2022 e, nello specifico, alla Proposta per la nuova direttiva sull’EcoDesign per la Regolamentazione dei Prodotti Sostenibili (ESPR), di cui il “DPP” rappresenta un elemento chiave. Obiettivo della proposta è quello di fornire un quadro normativo armonizzato per la promozione della sostenibilità e trasparenza nella catena del valore, proponendo misure specifiche per aiutare le piccole e medie imprese a mitigare i rischi e i costi legati alla loro implementazione.

 

Rilevante, in questo contesto, la nascita di una nuova filiera di operatori specializzati nel cosiddetto “DPP-as-a-service”, ovvero aziende in grado di supportare le imprese di ogni settore coinvolto nell’adozione del Passaporto Digitale di Prodotto anche grazie all’accesso a servizi di archiviazione dati a basso costo. Importante, infine, il lavoro svolto dalla Commissione per promuovere la cooperazione internazionale nell’adozione del “Passaporto” al fine di garantire una maggiore coerenza e interoperabilità a livello globale.

 

passaporto digitale di prodotto

 

Il progetto CirPass e lo sviluppo di una piattaforma digitale unificata per le aziende

 

Lo scenario rimane, quindi, in continua evoluzione, anche grazie all’avvio di numerosi tavoli di lavoro per lo sviluppo e l’implementazione del nuovo strumento nell’ambito dei settori ritenuti prioritari. Obiettivo di questi tavoli è quello di arrivare a un’armonizzazione delle normative nazionali, definire degli standard comuni per il Passaporto e sperimentare l’integrazione con altri strumenti digitali per la tracciabilità dei prodotti, garantendo l’accessibilità a tutti i potenziali consumatori indipendentemente dal dispositivo tecnologico utilizzato.

 

Tra gli esempi che possono già essere menzionati vi è il progetto CirPass, che ha coinvolto 31 partner provenienti da 15 Paesi europei e che prevede la creazione di una piattaforma digitale unificata per consentire alle aziende di creare, gestire e condividere facilmente i propri Passaporti applicando una visione cross-settoriale del “DPP”. Il progetto vuole infatti favorire lo sviluppo di un protocollo di scambio dati aperto, a partire dall’armonizzazione delle informazioni chiave e dei vocabolari standard per la circolarità.

 

Il progetto di GS-1 Svezia per l’industria tessile e il “Battery Pass” per lo sviluppo di una catena del valore sostenibile a livello globale

 

Tra gli altri progetti utili a comprendere lo stato dell’arte del processo di sviluppo del “DPP” vi è sicuramente quello portato avanti da GS-1 Svezia – l’organizzazione no profit che sviluppa alcuni degli standard di comunicazione tra imprese più utilizzati al mondo– insieme a Trace4Value e altri player del settore per l’implementazione del Passaporto nell’industria tessile. Nel dettaglio, GS1 ha sviluppato lo standard GS1 Digital Link che consente di collegare le informazioni del prodotto a supporti scansionabili, come i codici QR, che vengono applicati ai capi di abbigliamento e tramite cui consumatori, aziende e autorità di controllo possono accedere a tutte le informazioni riguardanti i materiali, i fornitori, l’etichettatura ambientale e le possibilità di recupero, riciclo, riutilizzo delle diverse componenti.

 

Tra i primi settori coinvolti nello sviluppo del Passaporto Digitale di Prodotto vi è quello delle batterie, e non è un caso se uno dei progetti più noti – “Battery Pass” – sia supportato da un consorzio di partner provenienti da diversi settori industriali, di ricerca, di fornitori di servizi digitali, tra cui RWE, SAP, GS1, Audi, Mercedes, BASF, BMW Group, Circulor, Fraunhofer. Il progetto, coordinato da SYSTEMIQ, si pone l’obiettivo di migliorare la gestione dei dati lungo l’intero ciclo di vita delle batterie, garantendo un uso produttivo ed ecologicamente più sostenibile di quelle impiegate nella trazione dei veicoli elettrici. Il risultato finale dovrebbe essere, secondo le intenzioni dei proponenti, quello di sviluppare una guida sull’implementazione del “DPP” per le batterie scientificamente e tecnicamente valida, adeguata allo sviluppo di una catena del valore sostenibile a livello globale.

 

Le prime sperimentazioni del Passaporto Digitale di Prodotto nel settore chimico in Italia

 

Degno di nota, per quanto riguarda l’Italia, è un esempio significativo di applicazione nel settore chimico, con uno dei principali operatori italiani nel settore della plastica che ha deciso di introdurre il Passaporto digitale dei propri prodotti. L’adozione anticipata dello strumento, in questo caso, assicura un vantaggio strategico in un settore in cui non è previsto un obbligo di adesione nel breve termine, e al tempo stesso una conferma dell’utilità del Passaporto digitale nel fornire un solido database di dati strutturati da utilizzare anche per altri prodotti e materiali, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse disponibili.

 

Se è quindi evidente come il Passaporto Digitale di Prodotto stia guadagnando sempre più rilevanza nel panorama normativo ed industriale europeo, nondimeno restano ancora numerose sfide da affrontare tra cui l’armonizzazione delle normative nazionali, l’integrazione con altri strumenti digitali e la cooperazione con gli Stati extra-UE rimangono quelle più significative e urgenti. Aziende e consumatori, nel frattempo, devono mobilitarsi per investire rispettivamente nella digitalizzazione dei processi e nella formazione all’acquisto consapevole, al fine di poter sfruttare il nuovo strumento nel pieno delle sue potenzialità.

 

Cosa aspettarci nei prossimi mesi?

 

I prossimi appuntamenti decisivi sono l’entrata in vigore della nuova regolamentazione ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation), prevista per luglio 2024, mentre, entro la fine del 2025 saranno pubblicati i primi atti delegati che forniranno dettagli cruciali sul funzionamento del “DPP”: questi atti definiranno aspetti come il registro dei passaporti, i provider dei servizi e le credenziali digitali necessarie per la loro gestione. A partire dal 2027, infine, è prevista l’applicazione dei primi requisiti specifici per i prodotti -Passaporto digitale incluso – al fine di garantire una maggiore trasparenza e sostenibilità lungo l’intera catena del valore.