InnovaMusei LIVE, parola agli esperti museali

Si è tenuto ieri, martedì 15 giugno 2021, sui canali social di Cariplo Factory, l’evento #InnovaMusei, Esperienze pregresse e prospettive future in ambito museale.

 

L’evento –  che ha riscontrato un grande successo e destato l’interesse di esperti ed appassionati di arte, musei e digitalizzazione – si colloca all’interno dell’Iniziativa InnovaMusei, nata dall’impulso di Fondazione Cariplo, Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, con la collaborazione di Cariplo Factory, Hub di Open Innovation, Talent Management e Corporate Social Responsibility di Fondazione Cariplo. Nell’ambito di InnovaMusei, la presente Call – che si innesta nell’ambito del programma Get it!, promosso da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, Fondazione che investe in progetti innovativi a impatto sociale, ambientale e culturale e promuove la cultura dell’impact investing in Italia e in Europa, realizzato in collaborazione con Cariplo Factory.

 

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Negli ultimi decenni, infatti, abbiamo assistito a un’evoluzione crescente dell’innovazione in ambito museale: dalle prime catalogazioni digitali delle opere alle interazioni esperienziali. L’adozione della tecnologia rappresenta un cambio di paradigma che ha contribuito a ripensare alla vita museale: come cambia la fruizione del patrimonio artistico e culturale? Partendo da questo interrogativo, esperti e professionisti del settore museale si sono interrogati sul futuro artistico delle eccellenze italiane:

 

 

Christian Greco, Direttore Museo Egizio,Torino, prende le mosse dall’art. 9 del dettato costituzionale, ricordando che la Repubblica tutela il patrimonio culturale e la ricerca tecnico-scientifica. “Qui si individuano già i termini fondamentali che delineano quale debba essere il futuro del museo” spiega, “i musei si devono prendere cura della ricerca ed essere entità quanto più dinamiche”. Le sfide per il futuro sono incalzanti e le nuove tecnologie risultano centrali per indagare il patrimonio culturale, soprattutto anche per comunicarlo.

 

Lavinia Galli, Conservatrice Museo Poldi Pezzoli, Milano, esplora come la tecnologia entri negli spazi museali. Esempio d’eccellenza la mostra “Robot The Human Project” attualmente in esposizione presso il Mudec di Milano. La mostra ospita modelli di robotica di ultima generazione con un taglio espositivo sia tematico che cronologico. “Visto il soggetto innovativo, abbiamo pensato che la presenza del digitale fosse un valore aggiunto fondamentale per trasmettere la didattica di questa mostra, che racconta di come la robotica abbia un precedente nell’era della meccanica” spiega la Dott.sa Galli. “Lo scopo è mostrare esempi di oggetti che non fossero solo contemplabili dal pubblico per la loro estetica, bensì anche per il loro funzionamento. A questo scopo sono stati restaurati e filmati in azione. Inoltre, alla tecnologia è stata affidata la funzione di coinvolgere il pubblico e interagire con esso”.

 

Massimiliano Gioni, Direttore Artistico New Museum, New York e Direttore Fondazione Nicola Trussardi, Milano “Il 2020 è stato un anno particolare per i musei oltreoceano. In america i musei sono privati e non esistono salvagenti sociali, per questo ci si aspetta che il 15% dei musei di New York non riaprirà più le porte ai propri visitatori. Tuttavia, quando i musei hanno avuto la possibilità di riprendere le attività si sono trasformati nell’unico spazio pubblico della città. In quel momento il museo doveva essere misurato come parte della società e quindi, inevitabilmente ripensato nella sua struttura profonda. Proprio in questo momento Il museo si scopre Istituzione, rivelandosi uno spazio pubblico cruciale”.

 

Nancy Proctor, Chief Strategy Officer the Peale, Baltimora, racconta la storia del museo the Peale, fondato nel 1814, e il suo legame storico con l’innovazione. I fondatori del museo, infatti, furono pionieri nell’utilizzo strategico delle sale e nell’impiego di tecnologie illuminazione. L’idea dei fondatori era di tenere il museo aperto sempre, anche la sera, così le persone vi si recavano di notte sia per la mostra di storia naturale che custodiva ma anche per fare esperienza delle innovative tecnologie di illuminazione. Successivamente il museo rimase chiuso del 1997 al 2017. Oggi, Nancy Proctor quanto sia  fondamentale che il museo non sia inteso come una “casa di tesori”, ma bisogna cambiare mentalità e far sì che diventi una production house.

 

Alfredo Accatino, Chief Creative Officer di Filmmaster Events interviene offrendo un’interessante chiave di lettura “Bisogna produrre cultura, non solo conservarla”, sottolineando come il museo debba essere esattamente una “casa di produzione” di cultura, mettendo in moto idee innovative. La capacità e la necessità di dialogare con la tecnologia, propria anche del mondo degli eventi, è lo strumento che dobbiamo mettere al servizio del sistema museale e della cultura. La pandemia ha catalizzato la volontà di mettere in moto la tecnologia per la cultura, sebbene resti il problema del linguaggio.