Urban Solid per Cariplo Factory, la storia di Maria Montessori

Chi sono gli innovatori del passato che animano i tuoi pensieri e ispirano le tue azioni? In Cariplo Factory abbiamo provato a dare una risposta a questa domanda. Due anni fa abbiamo condotto una ricerca tra i dipendenti, la domanda era semplice “Chi è l’innovatore italiano a cui ti ispiri?”.
Sono emersi interessanti spunti di riflessione e visioni sulle icone del passato, spesso non sufficientemente conosciute e valorizzate. Da Vitale Bramani, alpinista e inventore della suola Vibram a Teresa Sarti, cofondatrice della ONG Emergency, da Federico Faggin fisico e inventore del microprocessore a Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina nel 1986, da Tina Anselmi, partigiana e prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana, ad Alessandro Volta, chimico e fisico italiano, noto per l’invenzione della pila. Sono solo alcuni degli innovatori identificati dal Team di Cariplo Factory, che in collaborazione con il design di Urban Solid hanno preso vita tra le pareti della Factory.

 

Con l’augurio che la storia degli innovatori italiani possa ispirare il tuo talento, ti invitiamo a leggere ti invitiamo a leggere la storia del secondo innovatore scelto dal Team di Cariplo Factory.

 

 

Maria Tecla Artemisia Montessori

1870 – 1952
Pedagogista, scienziata, medico e femminista

 

 

Maria Montessori è oggi ricordata in tutto il mondo come l’educatrice che, nel corso del Novecento, ha scardinato la pedagogia infantile tradizionale a favore di un nuovo metodo anticonvenzionale; ma che cela, dietro alla fama del suo nome, la figura di un personaggio poliedrico e dal respiro rivoluzionario. Una donna che ha dedicato la vita allo studio e alla ricerca e che, tramite il suo “Metodo” innovativo, ha stravolto le regole del tempo, portando un’ondata di innovazione e di rinnovata contaminazione culturale.

 

Maria Tecla Artemisia Montessori, nota semplicemente come Maria Montessori, nasce a Chiaravalle il 31 agosto 1870, trascorre l’infanzia a Roma e decide ben presto di intraprendere gli studi di medicina, diventando una delle prime donne a laurearsi in questo ambito in Italia, nel 1896. Negli anni successivi si destreggia tra gli studi di pediatria e la questione femminista, aderendo al Movimento di Emancipazione della Donna, battendosi per l’uguaglianza delle condizioni lavorative e salariali di uomini e donne e per il diritto di voto politico, nonché per denunciare lo sfruttamento minorile nel mondo del lavoro.

 

Durante i primi anni del Novecento apre la prima “Casa dei Bambini” e, negli anni ‘20, la scuola Magistrale Montessori e l’Opera nazionale Montessori. L’aspetto più innovativo del Metodo Montessori – che la stessa pedagogista preferiva chiamare “via da percorrere insieme ai bambini, per offrire loro il mondo della conoscenza” – si basa sull’assunto che i bambini devono essere liberi di sperimentare per conto proprio, perché solamente attraverso la libertà si possono favorire la creatività e la fantasia. Alcuni degli assunti su cui si basa questo metodo sono estremamente innovativi e rivoluzionari per l’epoca, come per esempio la possibilità, data ai bambini, di muoversi liberamente nell’ambiente e di gestire i propri spazi, i propri tempi di vita e di azione, senza che l’adulto si sostituisca a loro. O la totale assenza di premi e castighi. O, ancora, la mancanza di obiettivi che si basano su spiegazioni e verifiche, ma lascia libero il bambino di procedere negli apprendimenti attraverso il lavoro autonomo, secondo le potenzialità personali.

 

Un altro aspetto innovativo introdotto da Montessori è la pedagogia scientifica, intravista come strumento per favorire l’educazione in chiave scientifica. Ma in un’epoca dominata dalla figura dell’eroe, dal mito della guerra e dalla retorica della sottomissione, il Metodo Montessori, che trova le sue basi nella spontaneità, nella naturalezza e nella libertà, non corrisponde ai canoni del suo tempo. Infatti, sebbene oggi il metodo Montessori sia ampiamente conosciuto e utilizzato, nel corso del Novecento non sempre ha trovato terreno fertile. Quando negli anni Venti il Metodo esplode, il regime fascista inizialmente incentiva la proliferazione delle “Case dei Bambini”, soprattutto per ridurre il forte tasso di analfabetismo in alcune aree di Italia. Ma negli anni seguenti, quasi la totalità delle scuole è costretta a chiudere, e la stessa pedagogista deve emigrare all’estero.

Negli ultimi anni della sua vita Maria Montessori continua a tenere corsi di formazione in tutto il mondo, ed è candidata per tre volte al Premio Nobel per la Pace. Muore nel 1952 in Olanda, a Noordwijk. Sulla sua tomba, le seguenti parole: Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo“.

 

Tre massime che Maria Montessori ci consegna

 

  • Non si può imparare dall’esperienza di un altro, ognuno occorre che faccia la propria. Maria Montessori a questo proposito diceva sempre: “Imparo se faccio”, e ci insegna che è l’esperienza concreta a permetterci di diventare abili e migliorarci sempre di più.

 

  • Il vero maestro è quello che sta dietro agli alunni, mai davanti. Ogni persona ha i propri tempi di apprendimento, ed è importante essere autonomi nel percorso di successo e di fallimento. Maria Montessori affermava: “Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo”. L’esperienza del successo è un elemento incredibilmente potente nell’apprendimento, e il raggiungimento del traguardo senza l’aiuto di un adulto è fonte di soddisfazione e autostima.

 

  • Le emozioni sono importanti nel percorso dell’apprendimento e fungono da segnali per capire se siamo sulla strada giusta. A questo proposito, Maria Montessori diceva che “La felicità è il sentimento che muove l’interesse ad apprendere”, e che quindi non si impara senza interesse. Vivere l’apprendimento come un atto di felicità o frustrazione fa la differenza, ecco perché anche nell’apprendimento l’empatia è elemento imprescindibile.